“L'obsolescenza programmata o pianificata in economia industriale è una strategia volta a definire il ciclo vitale di un prodotto in modo da limitarne la durata a un periodo prefissato. Il prodotto diventa così inservibile dopo un certo tempo, oppure diventa semplicemente obsoleto agli occhi del consumatore in confronto a nuovi modelli che appaiono più moderni, sebbene siano poco o per nulla migliori dal punto di vista funzionale. Quando l'unico accorgimento adottato per rendere obsoleto un prodotto prima del tempo è la pubblicità si può parlare di obsolescenza percepita o simbolica. “

fonte Wikipedia

OBSOLESCENZA PROGRAMMATA

 L’obsolescenza programmata è la pratica industriale usata principalmente sui prodotti tecnologici di qualsiasi natura in forza della quale è deliberatamente progettato dal produttore in modo da poter durare solo per un determinato periodo, al fine di imporne la sostituzione con un nuovo prodotto, più efficiente e funzionale, la cui carica innovativa viene pianificata in precedenza, anche solo per effetto di una pubblicità ingannevole di obsolescenza del prodotto posseduto. Vi è quindi una precisa intenzione, da parte del produttore, nel progettare e costruire un prodotto che non duri nel tempo.

  Il ragionamento alla base di questa pratica è da ricercarsi nel sistema economico-monetario che regola la nostra società e che stà in piedi solo se si continua a consumare senza sosta, e per questo occorre crearne il bisogno, la necessità di sostituire il prodotto “obsoleto” con uno più “nuovo”, altrimenti prodotti troppo efficienti genererebbero cicli di vita troppo lunghi, con gravi effetti collaterali sulle attività aziendali.

  Diverse le tecniche di obsolescenza programmata, tra le più importanti possiamo citare la voluta “svalutazione” del prodotto, il “deterioramento” dopo un determinato periodo di tempo e il “malfunzionamento” dovuto all'impossibilità, voluta, di aggiornamenti (hardware e/o software) del prodotto.

  La tecnica di “svalutazione” del prodotto è messa in atto da una programmata pubblicità, ingannevole, di obsolescenza del prodotto posseduto rispetto ad uno “nuovo”. Basti pensare all'uscita di un nuovo smartphone e alle tante pubblicità che accompagnano questo evento, esaminando le caratteristiche reali del nuovo prodotto lanciato rispetto ai precedenti, ci si accorge che a volte parliamo soltanto di qualche centimetro in più o di piccole migliorie nella fotocamera.

Il “deterioramento” del prodotto, invece, è dato proprio dalla programmata rottura di quest'ultimo, ovvero ad un finito ciclo di vita ben studiato in fase di progettazione. Chi è ben pratico di elettronica e/o meccanica può comprendere realmente quanto sia facile ottenere questo risultato di obsolescenza con qualche piccolo accorgimento nella disposizione dei componenti elettronici o meccanici nel prodotto. Per esempio, porre componenti elettronici sensibili al calore vicino ad altri che emanano un'enorme quantità di calore oppure ridurre allo stretto necessario la ventilazione di quest'ultimi, il che porta ben presto al deterioramento o addirittura alla rottura del prodotto.

  Parliamo invece di obsolescenza dovuta al “malfunzionamento” del prodotto, quando questo risulta letteralmente abbandonato dagli aggiornamenti hardware o software, basti pensare ad uno smartphone, un tablet o un determinato prodotto di elettronica chiuso, che per volontà del produttore, non viene più inserito nella lista dei prodotti aggiornabili con sistemi più recenti o addirittura progettato per non ricevere aggiornamenti, comportando così un generale malfunzionamento. Un esempio pratico è quando una vecchia game console non viene più aggiornata e quindi inutilizzabile con i giochi più recenti. Altro esempio, vale per tutti quei prodotti che hanno la batteria incorporata e l'impossibilità di sostituirla, che dopo un determinato ciclo di vita risulta deteriorata ed inutilizzabile portando con se costi di sostituzione a volte pari o superiori al costo dell'acquisto di un nuovo prodotto.

  L'Obsolescenza Programmata, è purtroppo una pratica utilizzata da tantissime aziende e multinazionali di fama anche mondiale, che non nascondono affatto l'utilizzo di queste tecniche per ridurre i cicli di vita dei loro prodotti. Girando su internet e vari blog è possibile verificare anche i nomi e le dichiarazioni di queste ultime.

  In Italia, nel 2013, fu proposta una legge (n.1563 del 2013) che potesse combattere questa pratica “illegale”, purtroppo tale proposta sembra ferma nella X Commissione Attività Produttive da allora.

  Il Nostro intento è quello di sensibilizzare i nostri lettori ad una attenta analisi delle varie pratiche utilizzate per “ingannare” e/o “truffare” il consumatore.  

Dott. Oreste Romeo

Link e Note

Proposta di Legge n. 1563 del 2013 - Clicca Quì.


 

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